Le centrali a biomassa soddisfano queste esigenze utilizzando materiali organici, come ad esempio il legno e i suoi scarti o i rifiuti biologici. Con la biomassa è possibile infatti produrre: calore in grado di riscaldare gli ambienti e l’acqua, corrente elettrica, combustibili liquidi come biodiesel e oli vegetali. Ma queste nuove fonti energetiche rinnovabili hanno solo aspetti positivi?
Le centrali a biomassa utilizzano come combustibile principale residui forestali, agricoli o vegetali che vengono sminuzzati e ridotti in cumuli chiamati cippato. Questi vengono inseriti nel forno dove comincia il processo di combustione, atto a sprigionare il calore necessario a far evaporare l’acqua del circuito termodinamico. L’acqua della caldaia è contenuta nel serbatoio di deposito e prima di giungere nel circuito termico attraversa un economizzatore, una parte del macchinario che preriscalda l’acqua stessa. L’elettricità viene sostanzialmente prodotta come nelle centrali termiche convenzionali, ossia mediante l’utilizzo di una turbina a vapore azionata dal vapore generato dalla caldaia. Un condensatore, alla fine del processo, trasforma nuovamente il vapore acqueo proveniente della turbina in liquido per poter rendere il ciclo circolare.
Come in tutte le cose, utilizzare la componente energetica prodotta da biomassa porta dei vantaggi e degli svantaggi. Analizziamo dunque quali sono gli aspetti positivi:
Gli aspetti negativi sono:
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