Dal 1997, ovvero dalla firma del Protocollo di Kyoto, le emissioni di C02 in atmosfera sono cresciute progressivamente fino a toccare, nel 2018, valori mai registrati. È indispensabile, perciò, attuare al più presto delle politiche che contengano il riscaldamento globale entro 1,5° C. Senza dubbio uno dei settori maggiormente coinvolti sarà quello agricolo, migliorando la qualità della produzione e abbattendo le emissioni.
La soglia di 1,5° C è stata definita dall’IPCC come punto di non ritorno, tuttavia il suo contenimento non sarà sufficiente a limitare l’attuale trend: sarà necessario investire sullo sviluppo di sistemi naturali e industriali che consentano la cattura della C02 dall’atmosfera. Uno di questi è senza dubbio la fotosintesi, di gran lunga la più potente che può arrivare a catturare circa 10 volte le emissioni dei combustibili fossili. Con la respirazione gran parte viene riemessa in atmosfera tranne una parte che viene trattenuta nel suolo, uno dei sistemi terrestri con la maggiore capacità di assorbire carbonio sottoforma di sostanza organica.
L’incremento di C02 nei terreni, è altamente produttivo perché un suolo ricco di sostanza organica presenta una struttura più stabile, una maggiore biodiversità e trattiene sostanze nutritive e acqua fino a 20 volte il suo peso. In pratica è un terreno “resiliente” che si mantiene stabile anche di fronte ad eventi estremi e garantisce una crescita ottimale per le piante.
Il suolo è uno dei sistemi terrestri con la maggiore capacità di assorbire carbonio. Affinché ciò avvenga, però, è necessario che ci sia un continuo apporto di matrici organiche e che si utilizzino tecniche per ridurre al massimo le perdite.
È necessario passare da una gestione convenzionale “NPK” ad una “CNPK” in cui il mantenimento del carbonio nel suolo consente la restituzione degli elementi nutritivi alla pianta e intensifica, di conseguenza, la capacità fotosintetica del sistema. Grazie a questo passaggio è possibile:
Ci sono diversi tipi di agricoltura che consentono di ottenere un sistema più produttivo e sostenibile come ad esempio l’agricoltura biologica che si basa da un lato sulla ripetizione delle lavorazioni per il controllo delle malerbe, dall’altro lato sul ritorno della sostanza organica ai terreni.
Qualunque sia la strategia messa in atto ciò che emerge è che solo attraverso il confronto reciproco si può raggiungere l’obiettivo comune di produrre di più e meglio, per far fronte all’aumento della richiesta alimentare in relazione alla riduzione di suolo pro capite.
Nel suo piccolo Rariplast contribuisce a questo cambiamento di mentalità promuovendo:
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