La Corte di giustizia ha imposto all’Italia una sanzione piuttosto pesante per il ritardo nella messa a norma di un centinaio di centri urbani e aree sprovviste di sistemi di trattamento delle acque fognarie. A dir la verità il nostro Paese era già stato condannato nel 2012 e deferito per la seconda volta dalla Commissione Europea per una procedura di infrazione cominciata nel 2004.
Le motivazioni stabilivano che l’Italia non aveva messo in atto una serie di misure sufficienti a dotare 109 centri urbani di reti fognarie conformi alla sentenza. Ad oggi il numero si è ridotto a 74 agglomerati, ma non cambia il possibile danno che potrebbe provocare all’ambiente la mancata attuazione della direttiva.
Un rapporto dell’Unione Europea dimostra quanto l’Italia sia ancora indietro sull’attuazione di politiche ambientali riguardanti in modo particolare lo smaltimento dei rifiuti, la riduzione dello smog e il trattamento delle acque reflue. La motivazione sarebbe da ricercare nei “conflitti di sovrapposizione” tra le amministrazioni comunali e quella centrale. L’Italia, perciò, si ritrova ad essere uno dei 23 stati dell’Unione che “preoccupano” la Commissione per la qualità dell’aria e il compostaggio dei rifiuti, anche se, a parere di molti, la ragione di questo ritardo è anche da attribuire ad una questione culturale.
Qualunque sia il motivo ci auguriamo che presto la salvaguardia dell’ambiente diventi una priorità per tutti noi. Oggi le “idee green” sono molte, basterebbe solamente avere la voglia e i mezzi per metterle in pratica.
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